Joseph Hubertus Pilates nasce nel 1880 in Germania. Soffre di asma cronica, rachitismo e altri disturbi che lo rendono gracile. La sua volontà di guarire lo spinge a cercare un modo per migliorare il suo stato di salute e irrobustire il suo debole corpo. Prova con la ginnastica, la scherma e il pugilato, si dedica alle immersioni e allo sci. All’età di 14 anni possiede un corpo così atletico che viene scelto per posare come modello per alcune tavole didattiche di anatomia.
Nella sua instancabile ricerca della perfezione fisica, si avvicina alle discipline orientali che gli insegnano l’importanza della concentrazione, del controllo della mente sul corpo e della respirazione. Poco a poco mette a punto la sua personale tecnica di allenamento basata su sequenze di movimenti precisi e controllati che chiama “Contrology”. Durante la prima guerra mondiale viene internato nel Lancaster dove continua i suoi allenamenti coinvolgendo anche i suoi compagni.
Nel 1918 scoppia una epidemia influenzale che uccide milioni di persone in tutto il mondo, ad eccezione dei prigionieri del campo di Lancaster che mantengono un ottimo stato di salute. Pilates viene poi trasferito nell’ospedale dell’isola di Man in qualità di consulente medico e mette a punto la sua tecnica per la riabilitazione dei mutilati di guerra, applicando supporti in legno da lui costruiti e ai letti dei degenti elastici e strisce di stoffa, ottenendo macchine resistenti che rendono possibili esercizi di allungamento, distensione e irrobustimento muscolare.
Nel 1926 emigra negli USA. Durante il viaggio incontra la sua futura moglie Clara, un’infermiera che appoggia con entusiasmo le sue idee. A New York fondano un centro nel quale lavorano con ballerini, artisti e attori famosi.
Nel 1945 il suo capolavoro “Return to Life through Contrology” nel illustra una serie di esercizi da svolgere a corpo libero, con sequenze di foto che lo mostrano in azione. Muore a New York nel 1967.